domenica 20 gennaio 2013

"Comincia tutto da Qui" di Arianna Bureca

Sole, Freddo, Tacchi.

Scendo dall'autobus, ho i piedi congelati, inizio a camminare veloce alla ricerca dell'ufficio dove ho il primo colloquio dell'anno nuovo.Questo 2013 promette bene, almeno per ora.Tamigi alla mia sinistra, proseguo dritta.Ipod, cuffiette, 'I follow rivers'.Effettivamente si, sto seguendo il fiume. Cosi come  ho seguito la corrente degli eventi che mi ha portato fino a qui.Mantengo il passo, sorrido, cerco di proseguire dal lato del marciapiede con il sole. Ma non cambia nulla. Secondo me il sole di Londra non funziona. Bisognerebbe darlo indietro, ma so per certo che la garanzia per alcune cose non funziona. Come per i ricordi, le esperienze, la Ryanair e le cose che compri dai cinesi.Tiro su la sciarpa, non fa nulla se chi mi circonda non vede che sto sorridendo. Io lo so.Proseguo dritta a tempo di musica. La mia mente in quel momento era piu preoccupata di una eventuale ibernazione che del colloquio. Numero 110, 108, 106..continuo a camminare.'Chissa' come sara' l'ufficio, il capo, chissa chi mi aprira la porta' mi chiedevo. E poi senza neanche accorgermente eccolo li: il numero 5. Il mio possibile futuro. Il mio scalino in più.Non esitai un secondo. Quello scalino in piu lo feci e mi ritrovai in una Hall di divani in pelle marrone.'Miss Bureca, Mr. Coke is waiting for you'.Wow. Certe cose succedono solo nei film. Mi sono sentita per un attimo la protagonista del Diavolo Veste Prada o qualcosa di simile. Vale la pena vivere all'estero anche solo per provare quella sensazione di completa realizzazione. Completa realizzazione attuata dopo che il posto di lavoro che volevi lo vedi davanti a te, a portata non solo di immaginazione ma anche di mano. Completa realizzazione che avviene quando quel posto ti viene offerto, e tu senti tutta la soddisfazione del mondo nell'avere la possibilita' di accettare o rifiutare.Non diro qui quale e' stata la mia scelta.Posso pero' dire che ho sceso il gradino di quel palazzo del futuro con un sorriso piu' grande di quello che avevo mostrato all'entrata.Sole, Freddo, Tacchi.Ma il freddo non lo sento piu.I tacchi si, su quelli non c'e' speranza.Ricomincio a costeggiare il fiume, mi lascio trasportare di nuovo. E con me anche i miei pensieri, le mie speranze, i miei sogni. Lascio che mi portino altrove, non importa dove. Immagino il futuro.Chissa dove mi portera' questa corrente.Decido di fermarmi un attimo, nonostante in Inghilterra credo non sia legale farlo. Ma tanto in questa citta' nessuno se ne accorgera'.Panchina, Caffe bollente tra le mani, Sole, riflesso del fiume.Mi chiedo come sia arrivata fin qui.Mi chiedo dove arrivero'.A volte e' bello lasciare la vita con i puntini di sospensione.Prendo il telefono, rubrica, chiama. Mi ritrovo a dare ragione a un vecchio amico che mi disse 'la felicita' e' tale solo se condivisa'. Non importa su quale lungomare del mondo tu ti possa trovare, certe persone le porti sempre con te. E saranno in grando di immaginare scene che non hanno vissuto, sorrisi che non hanno visto, speranze che non hanno condiviso.Mi alzo, metto i guanti e mi avvio verso casa. Perche alla fine, qualsiasi siano i tuoi punti di partenza e di arrivo, tutto comincia sempre da li.

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