domenica 27 gennaio 2013

"Anziana Signora" di Edoardo Massimo Del Mastro

Le ansie che precedono un volo sono sempre le stesse: ho messo tutto nella borsa? Peserà troppo il mio bagaglio? Se arrivo troppo tardi e mi chiudono il gate d'imbarco in faccia?
Forse perché mi sono già scottato con queste fiamme.
Procede tutto per il verso giusto, cominci a sentire la mancanza delle persone a te care.
In questo momento sento terribilmente la mancanza di mio figlio, vorrei abbracciarlo forte. "Sono solo due giorni". Continuo a ripetermelo nella mente; "Domani sera sarai di nuovo su questo aereo per tornare a casa".
Dovevo fare questo viaggio, dovevo vivere anche quest'esperienza.
Dovevo dare modo alla mia vita, a me stesso, di non rinunciare ai miei sogni, di seguire quel bagliore ancora distante da me che però continua a brillare. Io lo vedo e fa una luce accecante. Non voglio rinunciare al mio sogno, al lavoro che potrebbe segnare una svolta nella mia vita. Anche se tutto questo mi porterà a rinunciare a molte cose, voglio credere ad un futuro migliore. "Il primo passo per realizzare un sogno e crederci. Il secondo è continuare a crederci finché non lo vedrai realizzato".
L'aereo svolta leggermente a destra. Il panorama è fantastico come sempre, anzi in questo periodo lo è di piu. Paesaggi innevati, il tramonto che viene fuori timido, con i suoi caldi colori. Una coppia francese al mio fianco dorme paciosamente. Lei si è addormentata con un libro turistico di Roma in mano, lui continua a respirare in modo decisamente fastidioso, tirando sul col naso un raffreddore coltivato nella mia città.
Mi piace osservare le persone che mi circondano in aereo. Mi chiedo perché sono in viaggio, se per lavoro, per piacere, per andare a trovare un amico, un parente...
Un anziana signora ha colpito la mia attenzione in particolare. Non parla italiano e tiene stretto in mano da quando l'ho vista, nella coda per il check-in, il suo foglio d'imbarco e la patente. Avrà intorno ai 65, forse 70 anni. Si guarda intorno come un bambino, come se fosse la prima volta che viaggia in aereo. La sua incolumità mi trasmette molta tenerezza, ha lo sguardo triste, non voglio pensare a quale sia il motivo del suo viaggio perché mi verrebbero in mente solo cose negative. Voglio invece pensare che sta andando a trovare suo figlio, trasferitosi da anni nella capitale francese, che magari ha avuto una bellissima bambina dall'amore della sua vita incontrata per caso in una caffetteria di Montmatre. Ecco, così va decisamente meglio.
La mia concentrazione viene interrotta dall'avviso dalla cabina di mettere la cintura di sicurezza. Stiamo per atterrare all'aeroporto di Parigi-Beauvais.

Buon viaggio anziana e tenera Signora.

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