lunedì 21 gennaio 2013

"PortugaI-Love-You-Twice." di Lea Joan Bass


La decisione di andare a surfare le onde portoghesi nacque per disperazione. Era in progetto un Bali, in Indonesia.
SOLD OUT. Ad oggi mi sento di dire “Overbooking sempre sia lodato”!
Mia mamma mi ha sempre detto “Niente viene per niente”, e così è stato. 

Avendo prenotato il tutto in fretta e furia decidemmo di appoggiarci ad un surfcamp presso una tra le prime 5 riserve naturali al mondo per il surf: Praia de Ribeira D’Ilhas, a pochi passi da Ericeira.

Il surfcamp di Ribeira era fantastico, aveva tutto, tanti bungalow, tende, amache, ristorante, bar, negozio, e uno spazio verde gigante dove ospitava ogni notte concerti e feste, credetemi una meraviglia.
Tornai a casa malvolentieri, ero stata veramente bene, avevo surfato onde tonde e lunghe, ma il freddo in acqua e fuori era qualcosa di incredibilmente inaspettato.

Decisi di ritornare, e questa volta fu quella definitiva, al punto di spingermi a cercare una casa e a pensare seriamente se salire sull’aereo di ritorno.

Dieci ore prima del mio volo, scoprii che il camp di Ribeira era stato demolito. Il panico, credetemi il panico e la morte nel cuore!
Chiamai telefonicamente Tiago, il quale mi disse di non preoccuparmi e che mi avrebbe spiegato appena arrivati ad Ericeira.

“You have to pay if you destroy”. Lessi questo scritto su un muro adiacente al camp. Ingiusto, ciò che avevano fatto era ingiusto. Non sto a spiegarvi, ma sappiate che il lavoro di anni che ha fruttato molto a tutti, proprietari, gestori e ospiti è andato in fumo per colpa di alcune leggi fatte proprio a ca**o! Il dispiacere e la rabbia non è descrivibile.

Alloggiammo all’Ericeira Hostel, una surfhouse veramente fantastica! Ho passato li veramente con gioia quei giorni. Ci trovavamo nel pieno centro di Ericeira, a pochi passi da locali e ristoranti. Nella sfortuna e nell’ingiustizia che ha toccato il surfcamp di Ribeira D’Ilhas ci siamo ritrovati in un posto favoloso, e siamo stati accolti con lo spirito che contraddistingue quella gente, mi sentivo a casa.

Il colpo di fulmine avvenne il terzo giorno. Una vera e propria magia.

Ero in acqua, marea bassa, oceano ritirato di oltre 200 metri, una camminata sulle lastre di roccia che qualche ora prima caratterizzavano il fondale e via, pancia sulla tavola e una remata senza affanno su un’acqua calma al punto da sembrare olio.
Mi chiedevo se qualche onda sarebbe arrivata. Si lasciano desiderare, ma quando arrivano sono impeccabili.
Attendere le onde è la parte più bella per quella che è la mia concezione del surf.
Silenzio, quasi assordante come quello delle montagne, leggero rumore dell’acqua che sbatte sulla tavola, una leggera brezza, un oceano calmo tutto intorno, con un sole rosso che si accingeva a calarsi in acqua, uno schermo tridimensionale che racchiudeva il film più bello mai visto.
Spensieratezza, libertà, mi sentivo pulita da ogni dispiacere che contaminava la mia mente. Mi girai per guardare la spiaggia, e senza vergogna ammetto di aver avuto le lacrime agli occhi da un’emozione fortissima che mi suscitò quel panorama così suggestivo. Tutta la montagna che colava a picco sul mare era illuminata dalla luce arancione del sole, che faceva scintillare lo strato di alghe verde smeraldo del fondale scoperto grazie alla marea. La sabbia giallo ocra, un mare liscissimo in cui potevo specchiarmi e lei, che avanzava alle mie spalle, un’onda così liscia che sembrava essere di velluto, che mi ha accompagnato con dolcezza fino alla riva, facendomi salire e scendere sulla sua parete, accarezzarne la cresta e farmi sentirmi la persona più felice al mondo.

Quando penso a questo viaggio mi vengono in mente 5 aggettivi: amore, amicizia, passione, coraggio e umiltà
Amore, nei confronti di una persona che non dimenticherò mai.
Amicizia, un legame profondo con molte persone, tra cui una ragazza turca con la quale stiamo programmando un viaggio in Marocco a caccia di onde, naturalmente.
Passione, quella che ha fatto si che il surf fosse la mia filosofia di vita.
Coraggio e umiltà, quelli che devi sempre dimostrare quando sei a cospetto della natura in una delle sue forme più meravigliose. Pochi mesi prima avevo perso una persona molto importante a causa della sua sfida incosciente lanciata all’oceano, e ammetto che la voglia di entrare in acqua con una tavola da surf mi spaventava molto. Il coraggio e l’umiltà vanno a braccetto in questo sport, devi prendere consapevolezza dell’incredibile potere della natura, puoi giocarci, ma rispettandola e non sfidandola mai.
Questa è l’essenza del surf.


(ndr - Scritto dalla nostra Surfista Lea Joan Bass, visitate il suo blog: http://leajoanbass.tumblr.com )

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